di Loretta Gatta

Abstract

Nell’arco d’età che va dai 4 ai 6 anni, i bambini compiono un grande passo: iniziano ad utilizzare il linguaggio non più esclusivamente come strumento di comunicazione ma anche come oggetto di riflessione. Già Piaget e Vygotsky avevano rilevato l’importanza di questo processo ritenuto un’importante tappa nello sviluppo dell’astrazione cognitivo-linguistica, o più precisamente metalinguistica, del bambino. Il prefisso “meta” dell’aggettivo metalinguistico indica, appunto, un qualcosa che “sta al di là”, una dimensione che va oltre il semplice uso strumentale.

Diversi linguisti hanno parlato di metalinguistica e diverse sono le definizioni che ne sono state date.

Jacobson la definisce un’attività che consiste nel parlare della medesima parola ed assume,quindi, il linguaggio stesso come contenuto; Benveniste la definisce la possibilità che si possiede di elevarsi al di sopra della lingua, di contemplarla pur utilizzandola nei discorsi e nei ragionamenti.

E’ nel campo psicolinguistico che hanno avuto luogo il maggior numero di studi sulla metalinguistica tra cui fondamentale è stato il “Metalinguistic Awareness in children. Theory, Research and Implications” ad opera di Tunmer, Pratt ed Herriman. Questi autori definiscono la consapevolezza metalinguistica come l’abilità di riflettere su e di manipolare le caratteristiche strutturali del linguaggio parlato, trattandolo come un oggetto di pensiero. Essi ritengono che il metalinguaggio sia al tempo stesso incluso nella categoria generale della metacognizione ed includente la consapevolezza fonologica, la consapevolezza della struttura dei segni, laconsapevolezza della struttura frasale e la consapevolezza pragmatica. Questa doppia inclusione porterebbe, quindi, ad una svolta nelle capacità generali di elaborare informazioni.

E’ molto importante sottolineare quanto alcuni modelli piagetiani abbiano fornito un valido aiuto nell’interpretare lo sviluppo della consapevolezza metalinguistica. Negli anni Ottanta due studiose di orientamento neo-piagetiano, grazie ad uno studio osservativo su bambini dai 2 ai 6 anni, hanno elaborato 3 criteri sulla base dei quali possiamo parlare di condotte metalinguistiche:
a)      Il bambino deve saper dissociare nelle parole la forma dal significato e deve saper distinguere somiglianze e differenze tra le varie parole;
b)      Deve saper segmentare le parole e riconoscere correttamente sillabe e morfemi;
c)      Deve essere in grado di distinguere l’oggettività delle parole come appartenenti ad un codice condiviso da variazioni individuali e psicologiche.

I criteri proposti dalle autrici sembrano essere soddisfatti tra i 5 ed i 6 anni, ossia in quell’arco di tempo in cui avviene il passaggio dalla scuola materna alla scuola elementare ed al quale è indirizzato il Tam-1, ovvero un test per sondare le abilità metalinguistiche in bambini dai 4 ai 6 anni.

Lo strumento d’indagine: descrizione del Tam-1.

Obiettivi e destinatari.

Il Tam-1, ossia Test di abilità metalinguistiche n. 1, è uno strumento utilizzato al fine di sondare le abilità metalinguistiche in bambini dai 4 ai 6 anni, gli anni che segnano, appunto, il passaggio tra la scuola materna e la scuola elementare. “Un esame delle abilità metalinguistiche durante questo passaggio permette all’insegnante ed allo psicologo di individuare quali siano le capacità del bambino di manipolare determinati aspetti strutturali della parola che costituiranno la base per utilizzare la lingua in maniera sempre più indipendente dal contesto, secondo una tipica richiesta  scolare”(Pinto, Candilera, 2000 La valutazione del primo sviluppo metalinguistico).

Caratteristiche strutturali.

Il Test è costituito da una batteria di 7 prove divise in 2 sezioni: una formata da 5 prove di carattere generale (MLG) e l’altra formata da 2 prove più specifiche(MLS).

Le prove MLG.

Nelle prove MLG si riflette sui segni come veicoli di significati lessicali o grammaticali e possono essere somministrate oralmente, eccetto le prove di Valutazione della lunghezza delle parole e di Segmentazione lessicale che, soprattutto con i bambini più piccoli, possono essere presentate anche per iscritto.

Le 5 prove sono composte ognuna da un numero di items variabile da 8 a 10.

La prima ad essere presentata è quella dell’Ordine delle parole, in cui si chiede al bambino di riordinare articoli, verbi, soggetti, avverbi di negazione nelle frasi che vengono loro presentate in modo disordinato dall’operatore. Un’esecuzione corretta dimostra l’acquisizione da parte del bambino delle regole per costruire ed usare la lingua. Il punteggio massimo nella prova è 18. (Es.: “Mi piacciono fiori quei”. Puoi mettere quello che ho detto nell’ordine giusto?).

La seconda prova è la Valutazione della lunghezza delle parole.
Questa richiede la capacità di riconoscere il contrasto tra le dimensioni del significante e quelle del referente. Questo può trarre in inganno i bambini soprattutto quando vengono presentate parole corte con referenti lunghi (es.: via) o parole lunghe con piccoli referenti (es.: temperamatite). Il punteggio massimo nella prova è 13.

La prova di Segmentazione lessicale sonda, invece, la capacità dei bambini di riconoscere e quantificare il numero delle parole che formano una frase. (Es.: Mi devi dire quante parole ci sono nella frase che ora ti dico e quali sono: “Piero prende la mela”). Il punteggio massimo nella prova è 16.

La Prova della rima indaga sulla capacità di riconoscere somiglianze fonetiche tra le parole sapendo tenere distinti significante – referente – significato. (Es.: Ti dico 3 parole che stanno bene insieme perché hanno lo stesso suono finale: cicala, pala e ala. Con queste 3 parole ci sta meglio formica o scala?). Il punteggio massimo della prova è 16.

Infine nella prova della Sostituzione dei segni si chiede ai bambini di sostituire delle parole ad altre che già compongono la frase presentata, disobbedendo alle regole morfosintattiche per far loro dimostrare di aver appreso il carattere discreto ed arbitrario del segno che gli garantisce isolabilità, modificabilità e trasponibilità. (Es.: Facciamo finta che mela si dica cane e per dire la mela è sotto l’albero diremo: la cane è sotto l’albero). Il punteggio massimo della prova è 20.

Le prove MLS.

Nelle prove MLS, che vanno somministrate per iscritto, sono presi in considerazione la struttura ed il funzionamento dei segni. Queste prove, oltre a valutare il grado di familiarità del bambino con i segni grafici, misurano anche la comprensione del funzionamento di ogni grafema rispetto agli altri. La prima di queste due prove è l’Identificazione di parole stampate, lettere e numeri. Nella prova si chiede al bambino di riconoscere i diversi morfemi che gli vengono presentati: lettere, parole, numeri che in questo caso diventano oggetti di riflessione. (Es.: Fai un cerchio intorno ad ogni parola nella striscia). Il punteggio massimo della prova è 18.

Nella seconda prova, invece, Morfologia e funzione dei segni scritti, si indaga sulla capacità di riconoscere la leggibilità e la funzione di numeri (21), articoli (UN e IL) e punteggiatura (!?.,), nonché la leggibilità di un testo ed il modo in cui si debba leggere. Il punteggio massimo della prova è 12.

Modalità di somministrazione.

Il Tam-1 è un test carta e matita; si somministra oralmente ed individualmente. Per garantire una

sufficiente concentrazione del bambino c’è bisogno di uno spazio isolato per evitare facili distrazioni. Ogni prova va somministrata entro un tempo massimo che varia a seconda della prova da 8 a 15 minuti. Con i bambini di 4 anni è preferibile somministrare le prove in 3 diverse sedute. Per i bambini di 5 e 6 anni le prove MLG possono essere somministrate anche in una sola seduta, eccetto casi particolari (spazio, tempo, stanchezza del bambino) e le prove MLS in un secondo incontro. Delle 5 prove MLG 2 possono essere presentate oltre che oralmente anche per iscritto specie con i bambini più piccoli.

Modalità di valutazione.

La valutazione delle risposte si articola su 3 livelli: 0, 1 e 2. Il livello 0 corrisponde a quelle risposte che dimostrano quanto il bambino sia ancora lontano dal sistema in cui, invece, dovrebbe operare. Non risponde o non sa rispondere, dimostra di essere confuso, ripete la frase così com’è. Il livello 1 corrisponde a condotte di compromesso. I bambini iniziano ad intuire i principi che sottostanno alle prove, spesso con incertezza, e giustificano le proprie scelte. Il livello 2 corrisponde all’acquisizione delle capacità di dominare le dinamiche strutturali presenti nelle prove.

I criteri che sottostanno a questi 3 livelli sono ispirati al concetto di equilibrazione di Piaget, per il quale la conoscenza nasce come un problema nel momento in cui si presenta un conflitto. Per far fronte alle perturbazioni che scaturiscono da tale conflitto va cercato un nuovo equilibrio. Questo può avvenire con 3 tipi di regolazioni: di tipo α  che consistono nell’ignorare il problema; di tipo β che consistono nel prendere atto del conflitto e barcamenarsi; di tipo γ che consistono nell’avere un’idea di come ricomporre il tutto. Il metalinguismo avanzato è la capacità di ricomporre il conflitto e ritrovare un equilibrio